Interviste

Intervista a Roberto Sanchez per la vittoria della copertina. Un premio importante per la sua carriera

·  La tua opera che ha vinto il concorso Pop e Post-Pop è un esempio potente di come l’arte possa dialogare con la cultura popolare. Cosa ti ha ispirato nella creazione di questa opera e come pensi che essa rifletta le tendenze attuali nel mondo dell’arte contemporanea?

“Cosa c’è di più pop, al giorno d’oggi, del concetto di eruzione?” Così esordisce la nota di redazione della rivista e che faccio mia. Il lavoro che ho presentato, pur coincidendo con il mio percorso di ‘astrattismo progressivo’ volto alla rappresentazione più che alla raffigurazione, cerca di coniugare il valore astratto del movimento e della dinamicità con uno sguardo che evoca il dato reale del vulcano, quindi di un territorio, Napoli e i Campi Flegrei, balzato alle cronache di questi giorni. A tal proposito ho perseguito la ricerca di una alchimia evocativa senza entrare in un territorio didascalico. Nel mare magnum delle proposte artistiche contemporanee mi colloco senz’altro tra i ‘pittori’. Fedele ad una disciplina che percepisco ancora come un universo creativo niente affatto superato.

·  Il Pop e il Post-Pop sono movimenti che, in modi diversi, hanno saputo interpretare e trasformare la cultura di massa. In che modo senti che la tua opera si inserisce in questo dialogo tra passato e presente?

Prendendo in esame i fenomeni artistici del pop e neo-pop, certamente il mio approccio non ammicca né al mondo dei consumi e tantomeno a quello del fumetto e dei personaggi iconici. Tuttavia, come giustamente ha notato la redazione, il vulcano, Vesuvio in questo caso, è sicuramente la rappresentazione sia del dato di cronaca territoriale, sia del momento mondiale caratterizzato da dinamiche impetuose di sviluppo che da insidie travolgenti: dal cambiamento climatico al ricorso alla violenza tra i popoli.

·  Essere scelto per la copertina della nostra rivista è un riconoscimento significativo. Come vedi questa vittoria nel contesto della tua carriera artistica? Pensi che possa rappresentare un punto di svolta per il tuo percorso?

Per me la controprova della validità della mia proposta sta nel grande regalo che rappresenta l’iniziativa della rivista di scegliere la mia opera per la copertina. Detto questo, il riconoscimento è uno stimolo a perseguire un percorso che tiene insieme astrattismo e suggestioni che riflettano un sentire emozionale della contemporaneità.

·  Molti artisti cercano di trasmettere un messaggio o una visione specifica attraverso il loro lavoro. Qual è il messaggio che speri che il pubblico percepisca osservando la tua opera vincitrice?

.Se vogliamo vedere nella mia opera anche una reminiscenza futurista non è un caso: mutatis mutandis, anche questo movimento si è spesso focalizzato su elementi  che attiravano la passione e l’immaginazione popolare dell’epoca. Quindi spero che il pubblico colga questo rapporto di dinamicità esplosiva nel fermo immagine temporale del quadro. Rappresentazione ambigua, se vogliamo, di violenza distruttiva o di possibile rinnovamento costruttivo.

·  Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti artistici? C’è un aspetto del Pop o del Post-Pop che vorresti esplorare ulteriormente nelle tue opere future?

Pur nel percorso di ‘astrattismo progressivo’, locuzione coniata per me dallo storico e critico d’arte Rosario Pinto, nei miei progetti conto anche di recuperare una esperienza di qualche anno fa denominata ‘Tangram’ in cui coinvolgo il pubblico nel comporre a suo modo delle opere con i ‘pezzi’ proposti da me. Anche in scatole di montaggio. Come appunto nel gioco cinese. Un modo alternativo di essere ‘pop’ rendendo l’opera un gioco creativo e interattivo aperto a tutti.

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