Alessandro Rocchi e i suoi cicli scultorei
Alessandro Rocchi vive e lavora a Mentana città del Lazio, nei pressi di Roma. Nasce a Roma dove consegue prima il diploma di maestro d’Arte e successivamente la Maturità Artistica.
Lo scultore, nel suo lungo tragitto artistico dedicato essenzialmente alla scultura, attraversa più cicli espressivi che per comodità descrittiva sono divisi in più fasi, noi ora racconteremo due cicli: “Pietre silenti” e “I luoghi della psiche”
Ciclo “Pietre silenti“
Il ciclo “LE PIETRE SILENTI”, nasce quando la pandemia del COVID, stava iniziando ad allontanarsi. In quei mesi, finalmente sembrava si stesse uscendo dal torpore e dall’isolamento.
Lo scultore iniziava a rivedere tutto rianimarsi, osservava che la natura si stava risvegliando, anche le pietre sembravano prender vita. Da questi sussulti animosi, inizia a prender forma il suo nuovo ciclo..
Quindi realizza opere dove le pietre piccole o monumentali, si animano, si aggregano.
Nei “rendering” realizzati, si avverte uno spazio silenzioso e magnetico, di aggregazione meditativa.Un’ ambientazione che comunica mistero e contemplazione. La suggestione è quella di venire catapultati in misteriosi templi rocciosi. Le opere sembrano stele, che prendono vita.
Nelle opere susseguenti si iniziano ad intravvedere le assonanze, similitudini, quel senso di velata malinconia e aurea metafisica che troviamo nelle nature morte di Giorgio Morandi. Infatti, in quegli accostamenti di pietre sommessamente raccolte, ravvicinate e apparentemente bisbiglianti, con manufatti logorati, ritorti, con inclusioni di frammenti di volti, si percepisce quel dialogo silenzioso che accomuna gli interpreti in un’unica atmosfera surreale. In evidenti lacerazioni e bruciature di certi manufatti raffigurati in alcune opere, si avvertono le nefaste influenze delle guerre che oggigiorno si impossessano e devastano gli animi umani!
Alessandro Rocchi nel suo studio
Come vediamo lo scultore partendo dal tema iniziale, divaga, si dilunga e tramite le sue emozioni e la sua inesauribile indagine interiore, riesce a trascinare lo spettatore in un’atmosfera oscura e sempre più ignota, impenetrabile.
Ciclo: “ I Luoghi della psiche” opere dal 2017/2018
Lo scultore Alessandro Rocchi, nella sua continua ed sconfinata indagine artistica incentrata nello esplorare nuovi modi e nuovi mondi, è approdata in una nuova rappresentazione, che è l’esito della sua più recente ricerca.
I personaggi raffigurati in questo nuovo ciclo di fine 2017, denominato” i Luoghi della psiche”, escono dai canoni classici della figurazione immergono l’osservatore in una dimensione apparentemente senza tempo. È in assoluto uno tra i cicli più intensi ed evocativi realizzati. Dal punto di vista tecnico il linguaggio è essenziale, non mancano suggestioni poveriste nell’esclusività di una materia grezza, primitiva, anti-decorativa. Le coppie, i gruppi, sono realizzati in una lavorazione scabra, poco individuata, tanto da dare l’impressione che le figure si stiano trasformando in rocce, come a volersi eternare ricongiungendosi alla terra da cui provengono.
Appaiono come una sorta fossili superstiti di un’epoca arcaica. La suggestiva ambiguità di queste opere si situa in una sottile linea di confine tra il reperto archeologico, (vengono in mente gli impressionanti corpi delle vittime dell’eruzione vesuviana), e l’infusione stessa dell’anello vitale, come se si trattasse di giovani anime appena venute alla luce. Questi personaggi sembrano fissi nella loro postura come immobilizzati da una sorte avversa, esprimono con sorprendente forza ironica il ciclo della vita e della morte e sono in grado di trasmettere quello che possiamo davvero definire un “senso di mistero primordiale”. Le figurazioni degli anni passati appaiono come un lontano ricordo. Lo scultore Rocchi, di proposito, colloca questi personaggi in un’ambientazione fatta di mura oniriche, metafisiche che nel cingerli li introduce in una sorta spazio ideale utopistico. Strutture essenziali fatte muri scarni e nudi, edificati tramite l’uso alternato di vuoti e pieni. L’insieme della rappresentazione trasporta l’osservatore in un’atmosfera irreale e suggestiva. Il nostro sguardo si insinua nelle pieghe di questi micro mondi, facendo percepire il respiro, i bisbigli, le speranze di chi li abita.