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Come nasce un’opera d’arte? Il pensiero dietro l’artista.

Paul Klee – Il Processo Creativo come Nascita Organica

Paul Klee, pittore e teorico del Bauhaus, considerava la creazione artistica un processo organico, simile alla crescita di un essere vivente. Secondo Klee, un’opera d’arte non dovrebbe essere il risultato di un’imposizione esterna, ma piuttosto il frutto di un processo interno e naturale. In uno dei suoi famosi scritti, afferma:

“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.

Secondo lui, l’artista dovrebbe lasciarsi guidare da un impulso interiore, lasciando che l’opera prenda forma gradualmente, in modo quasi biologico, senza forzare il processo.

Wassily Kandinsky – L’Opera come Espressione Interiore

Wassily Kandinsky, uno dei pionieri dell’arte astratta, credeva che la nascita di un’opera d’arte dovesse scaturire dall’interiorità dell’artista. Nel suo celebre libro “Lo spirituale nell’arte”, Kandinsky sottolinea l’importanza della dimensione spirituale nel processo creativo. L’artista deve comunicare le proprie emozioni più profonde e dare voce all’anima:

“L’artista è la mano che, toccando questa o quella chiave, fa vibrare l’anima umana”.

Kandinsky riteneva che l’arte astratta fosse il modo più puro per esprimere questa interiorità, poiché non è vincolata alla rappresentazione della realtà fisica.

Marcel Duchamp – La Provocazione Intellettuale

Marcel Duchamp, figura chiave del Dadaismo e ideatore del concetto di ready-made, ha rivoluzionato il modo di intendere la nascita di un’opera d’arte. Secondo Duchamp, un’opera d’arte non doveva necessariamente nascere dalla maestria tecnica o dalla bellezza visiva, ma poteva derivare da una scelta intellettuale. La sua famosa affermazione:

“È l’artista che fa l’opera d’arte”,
sottolinea il ruolo centrale dell’idea e del concetto. Con i suoi ready-made, come l’orinatoio intitolato Fontana (1917), Duchamp dimostra che un oggetto ordinario, privato della sua funzione originaria, può diventare un’opera d’arte se presentato nel contesto giusto.

Vincent van Gogh – L’Intensità del Sentimento

Vincent van Gogh, uno degli artisti più amati e tormentati della storia, ha spesso parlato dell’arte come il risultato di una forte necessità emotiva. Le sue lettere a suo fratello Theo offrono uno sguardo intimo sul suo processo creativo. Per Van Gogh, l’arte doveva catturare l’emozione in modo diretto e sincero:

“Io metto il mio cuore e la mia anima nel mio lavoro, e ho perso la mia mente nel farlo”.

Van Gogh era convinto che un’opera d’arte dovesse nascere dal coinvolgimento emotivo e dalla passione dell’artista, che riversa sulla tela la propria visione interiore.

Achille Bonito Oliva – L’Arte come Gioco Intellettuale e Coinvolgimento del Pubblico

Achille Bonito Oliva, critico d’arte e teorico della Transavanguardia, ha spesso riflettuto su come dovrebbe nascere un’opera d’arte contemporanea. Secondo lui, l’opera deve scaturire da una tensione tra la tradizione e la libertà espressiva dell’artista, un gioco tra linguaggi, tecniche e idee. Bonito Oliva afferma che l’arte nasce dalla capacità di “ridurre all’essenziale e ricombinare gli elementi preesistenti”. Inoltre, insiste sull’importanza dell’interazione con il pubblico, che deve essere attivo e partecipe:

“L’arte deve rimanere un gioco aperto, in cui il pubblico è chiamato a interagire e interpretare”.

Michelangelo – Il Potere della Scoperta

Michelangelo, maestro del Rinascimento, offriva una visione più tradizionale ma profondamente simbolica della nascita di un’opera d’arte. Per lui, la scultura era un processo di rivelazione più che di creazione. Michelangelo vedeva la forma già presente nel blocco di marmo, e il suo compito era semplicemente quello di liberarla:

“Ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé ed è compito dello scultore scoprirla”.

Questa visione suggerisce che l’opera d’arte esiste già in potenza e che il ruolo dell’artista è quello di portarla alla luce attraverso il suo talento e la sua tecnica.

Joseph Beuys – L’Arte come Azione Sociale

Joseph Beuys, artista e teorico dell’arte tedesco, vedeva la nascita dell’opera come un atto di trasformazione sociale e spirituale. Il suo famoso motto, “Ogni uomo è un artista”, evidenzia la sua visione democratica dell’arte. Beuys credeva che ogni persona avesse il potenziale per contribuire al processo creativo e che l’arte dovesse essere uno strumento per cambiare la società:

“L’arte è il solo potere evolutivo”.

Per Beuys, un’opera d’arte doveva nascere dall’interazione tra l’artista e la comunità, per avere un impatto concreto sul mondo circostante.

Giorgio De Chirico – Il Mistero e l’Inconscio

Giorgio De Chirico, pioniere della pittura metafisica, ha sviluppato una concezione dell’opera d’arte come risultato di un incontro con l’ignoto. Le sue tele misteriose e surreali, popolate da manichini e architetture classiche, riflettono la sua convinzione che l’arte debba evocare un senso di inquietudine e di meraviglia. Secondo De Chirico:

“Ciò che l’artista deve cercare è il mistero”.

Per De Chirico, la nascita di un’opera d’arte è legata alla capacità dell’artista di esplorare l’inconscio e di evocare sentimenti di straniamento e nostalgia.

La nascita di un’opera d’arte è un tema che ha affascinato artisti e teorici nel corso della storia, dalle visioni più spirituali e interiori a quelle intellettuali e concettuali. Da Kandinsky a Duchamp, da Michelangelo a Beuys, le diverse teorie offrono un panorama ricco di approcci che possono convivere o entrare in conflitto, ma che tutti puntano a un elemento comune: la capacità dell’opera d’arte di creare una connessione unica tra l’artista e il mondo, sia interiore che esteriore.

Modigliani, Picasso and André Salmon.jpg

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