Mostre d'Arte

Paolo Gubinelli L’opera su carta “omaggio a Alberto Burri”

Città di Castello

Palazzo Vitelli alla Cannoniera

Accogliamo con entusiasmo la retrospettiva di opere che Paolo Gubinelli ha selezionato per Città di Castello, riallacciando le fila del rapporto umano e culturale che ebbe con Alberto Burri. Simili nell’avvicinarsi alla materia come ad una fonte inesauribile di ispirazione e di conoscenza, i due artisti hanno attraversato un secolo poco generoso di certezze e quasi indecifrabile nel dare un nome alle cose, un significato alle passioni, che pure ha coltivato copiose, che fossero distruttive o nobili, senza distinguere.

Un approccio olistico, con cui Paolo Gubinelli sfida la sua capacità espressiva e si spinge fino alla parola, cercando di sottometterla, come, con perizia e abilità consumata, sulla carta doma la luce con l’ombra, lo spazio con la prospettiva.

Non c’è maniera o intento didattico, ma compenetrazione concettuale tra gli acquerelli del secondo periodo e l’affabulazione di poeti e scrittori, cui Gubinelli affida il compito di accompagnare la ricerca, offrendo, oltre il segno esteriore, indizi su di sé.

Come spesso accade nell’arte contemporanea, le emozioni si nascondono nell’evanescenza del figurativo, nell’oscillazione straniante delle linee e delle forme, ma tale esercizio nel nostro artista non è un’operazione meramente dialettica o estetica; è piuttosto la soluzione possibile, non necessariamente esatta, di un teorema matematico, costruito su ribaltamenti di piano, sfumatura cromatiche, ventagli di diagonali.

La meditazione sulla vita e sulla sua assenza, splendidamente evocata nel gioco struttura-spazio-luce, sembra essere centrale anche nella mostra tifernate di Paolo Gubinelli, che, nonostante l’alta complessità espressiva, rende accessibili le lande lacustri o i cieli leggeri degli acquarelli anche all’occhio meno allenato. Il discorso interiore che da anni proietta sulle opere è la chiave per penetrare la sua poetica e consentire che la memoria superi le due dimensioni del foglio, scarti il limite e si consoli con Maria Luisa Spaziani perché “quanto è da salvare si salverà”.

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